Il governo ipernazionalista di Pechino non vuole più dipendere da device americani, al costo di non garantire più ai suoi cittadini un libero mercato e una libera scelta
La Cina ha esteso il divieto di utilizzo di iPhone a più lavoratori, tra cui quelli del governo centrale e delle aziende di proprietà statale, come segno di riduzione della dipendenza dalla tecnologia statunitense.
Secondo quanto riferito da fonti attendibili, il divieto è stato recentemente esteso a causa delle tensioni tra Cina e Stati Uniti.
Capiamo come sta agendo lo Stato cinese per limitare l’utilizzo di dispositivi Apple ai suoi cittadini e il perché.
A settembre, la Cina ha iniziato a vietare l’uso di iPhone e altre tecnologie straniere all’interno delle agenzie governative. Secondo un recente rapporto di Bloomberg, questo divieto si è ora esteso a ulteriori agenzie cinesi, interessando “almeno otto province“.
Questo rappresenta un significativo incremento rispetto al divieto iniziale di settembre, che aveva impattato solo un “piccolo numero di agenzie” in Cina.
Da dove si comincia a imporre un divieto in uno Stato che conta più di un miliardo di abitanti? La risposta è semplice quanto brutale: dalla quotidianità. Per esempio a partire dal lavoro.
Ecco che alcune agenzie hanno iniziato a istruire i propri dipendenti a non portare iPhone al lavoro e si prevede che il divieto venga ulteriormente esteso.
Inoltre, almeno una società di proprietà statale ha comunicato ai propri dipendenti che chiunque lavori con segreti commerciali non può portare iPhone, Apple Watch o AirPods al lavoro a partire dal mese prossimo.
E le conseguenze rischiano di essere gravi in termini di vendite: ad oggi, infatti, la Cina rappresenta il mercato più importante per Apple – e i continui tentativi da parte di Tim Cook di mantenere buoni rapporti con il governo locale ne sono una chiara dimostrazione.
Il divieto di utilizzo dei prodotti Apple è considerato un segno di Pechino che cerca di ridurre la sua dipendenza dalla tecnologia statunitense.
La Cina vuole inasprire il divieto all’uso dell’iPhone per sostenere i marchi nazionali. Il ban – anche se mai confermato ufficialmente dal governo – nasce dal rinnovato spirito nazionalista del Paese che soprattutto dopo il debutto sul mercato della serie Mate 60 di Huawei è tornato a sostenere con forza i prodotti realizzati dalle aziende locali.
Inizialmente, a settembre i funzionari cinesi avevano negato i rapporti che indicavano un divieto totale degli iPhone all’interno di qualsiasi agenzia governativa.
Tuttavia, avevano espresso preoccupazioni riguardo a “numerosi incidenti di sicurezza legati ai telefoni Apple” ampiamente riportati dai media. Il governo degli Stati Uniti ha definito il divieto di iPhone in Cina una “rappresaglia inappropriata”.
Intanto il mercato finanziario ha già espresso il suo malumore sul ban: appena diffusa la notizia le azioni Apple sono calate perdendo terreno rispetto alla contrattazione di venerdì scorso in chiusura.
Ma già tutta la settimana era stata contraddistinta da un trend verso il basso: dal record del 14 dicembre di 182,40 euro per azione si è passati agli attuali 179,76 euro.
Il governo cinese, intanto, continua a non esprimersi a riguardo. L’ultima volta che ha trattato l’argomento – a settembre – aveva detto:
“La Cina non ha emanato leggi e regolamenti per vietare l’acquisto di telefoni Apple o di altri brand stranieri“.
Probabile che in questo preciso momento non sia previsto alcun divieto all’acquisto, quanto piuttosto all’utilizzo del dispositivo: in alcune regioni non lo si può portare con sé al lavoro, in altre non può essere usato in alcun posto.
L’espansione del divieto di iPhone in Cina non solo influisce sulle operazioni interne del paese, ma potrebbe anche avere ripercussioni significative sul mercato tecnologico globale.
Con la Cina che rappresenta un mercato enorme per i produttori di smartphone, questa mossa potrebbe ridisegnare l’equilibrio competitivo tra i marchi locali e quelli stranieri, influenzando le strategie di marketing e di sviluppo di prodotti a livello internazionale.
Infine, nonostante ci siano ancora molti dettagli sconosciuti sull’estensione del divieto di iPhone in Cina e sulla sua rigorosa applicazione, questa mossa rappresenta una “sfida maggiore” per Apple e altre aziende tecnologiche straniere come Samsung.
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