Spesso nel mondo dei videogiochi si verificano leak, fughe di notizie, anche molto gravi
Più di un anno prima dell’uscita del primo trailer ufficiale, GTA 6 era stato rivelato al mondo da un leak. Letteralmente perdita in inglese, si tratta di una fuga di notizie su un film, un videogioco o a volte anche un libro, ancora non completati. Nel mondo videoludico in particolare però, i leak sono particolarmente temuti e frequenti. Ma quali hanno influenzato di più il mercato oltre a quello di GTA?
A settembre 2022 compaiono su internet immagini del gameplay di GTA VI. Sono passati 9 anni dall’uscita dell’ultimo capitolo della saga videoludica e GTA V è ancora uno dei titoli più giocati al mondo. Più di 185 milioni di copie vendute e una sezione online che è diventata oggetto di culto per intere community di giocatori. Che ora stanno aspettando con ansia che Rockstar Games, il produttore della serie, annunci il terzo.
Ma tra l’uscita dell’altro titolo di punta della soffiare house, Red Dead Redemtion 2, e la pandemia, sembrava che il pubblico non avrebbe ricevuto notizie ancora per mesi. E così sarebbe stato, se non per un gruppo di hacker. Un disastroso attacco informatico colpì Rockstar. I criminali riuscirono a rubare i codici sorgente sia di GTA V che di GTA VI, oltre ai primi test di gameplay del nuovo titolo. Diffusero questi ultimi al mondo, con il loro segreto più importante: il nuovo personaggio giocabile, Lucia, una donna per la prima volta nella serie.
Ma la storia recente è costellata di leak di grandi giochi molto attesi. Tra questi non si può non citare Cyberpunk 2077. Dopo il relativo flop al lancio, a causa dei molti problemi tra bug e promesse non mantenute, il videogioco basato sul gioco da tavolo che ha diffuso al grande pubblico una delle estetiche e delle ambientazioni più apprezzate della storia recente si è ripreso. Con molte patch e aggiornamenti, tra cui di recente il nuovo 2.1 che aggiunge moltissimi contenuti, CD Projekt Red ha parzialmente ristabilito la propria fama, guadagnata con grandi titoli come The Witcher.
Erano già passati alcuni mesi dall’uscita del gioco nel dicembre del 2020, quando un attacco informatico colpì CD Projekt. Oltre a una versione mai pubblicata di The Witcher, i criminali diffusero anche la pre alpha dello stesso Cyberpunk. Non un momento semplice per la compagnia polacca, già sommersa di critiche per i seri problemi del gioco che doveva essere il coronamento di un percorso cominciato con il primo The Witcher.
Ma il leak più significativo della storia recente è sicuramente il Nintendo Gigaleak. La compagnia giapponese rimane unica nel suo genere per la riservatezza e il relativo isolamento che mantiene nei confronti del resto del mondo dei videogiochi. Negli anni ha costruito la sua bolla, fatta di console e giochi che solo quelle macchine possono far funzionale, intrappolando l’utente in un ecosistema anche con IP che hanno fatto la storia, come Mario, Pokemon o The Legend of Zelda.
Nel 2020 però parte dei segreti di Nintendo finì sul web. Alcuni hacker diffusero in rete non solo i nomi e le generalità di diversi dipendenti della compagnia, ma anche informazioni cruciali sulle console del passato. Sia lo SNES che il Nintendo 64 furono completamente rivelati al pubblico nei loro dettagli più nascosti, che anche in decenni non erano mai stati scoperti. Assieme a questi i codici sorgente di decine di giochi finirono online.
I leak sono per circostanze un fenomeno molto recente. Non solo si legano alla diffusione mainstream dei videogiochi, ma anche a quella di internet. Nel passato dell’industria però c’è un leak che, in tempi non sospetti, ha fatto la storia. Colpì Valve, una delle aziende più famose e amate del settore. Proprietaria di Steam, il più importante store digitale di videogiochi al mondo, ma anche creatrice di titoli di culto come Portal e soprattutto Half Life.
Quest’ultimo ha dato vita a un genere che per quasi 20 anni ha dominato il mercato: gli sparatutto in prima persona, ed è considerato ancora oggi un capolavoro per come ha interpretato il single player in quella categoria.
Dopo 4 anni dall’uscita, Valve stava già lavorando al seguito, quasi completato, quando un hacker tedesco riuscì a fare breccia nei sistemi della compagnia e a rubare il codice sorgente di Half Life 2. Non fu però lui a diffonderlo su internet, ma un amico a cui lo mostrò. Il disastro che seguì costò a Valve attorno ai 250 milioni di dollari in danni tra marketing, damage control e danni d’immagine.
La pubblicazione del titolo fu spostata di un anno, fino al 2003, mentre leggenda vuole che gli sviluppatori, alla fine del processo, fossero troppo stanchi per continuare. Ogni speranza di avere sul mercato un Half Life 3 si spense nel momento in cui nacque quel leak.
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