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Spettacolo

Sequel film, quelli che avremmo voluto vedere e quelli di cui avremmo fatto volentieri a meno

I sequel non sempre lasciano ottimi ricordi, mentre ce ne sono alcuni che avremmo sempre voluto vedere prodotti. Ecco quali sono.

In un mondo del cinema che ormai funziona per saghe, franchise, sequel, remake e revival, quasi viene difficile pensare che l’abitudine a produrre più capitoli di uno stesso film di successo ha sempre dominato l’industria cinematografica, con risultati spesso altalenanti. L’ultima a essersene resa conto, recentemente, è l’attrice Vivica A. Fox, nota per i ruoli in film come Kill Bill. Ma lei era anche apparsa in Independence Day del 1996, accanto a Will Smith, e anche nel suo sequel realizzato vent’anni dopo, Independence Day: Rigenerazione, che però non riuscì a suscitare lo stesso clamore del predecessore: “Non credo fosse abbastanza buono per competere con il primo film”, ha confessato Fox in un’intervista recente: “Credo che abbiamo perso un’occasione nel non riportare indietro Will Smith”. Smith avrebbe potuto partecipare a un eventuale terzo film, che ovviamente non si è fatto dato l’insuccesso di quello del 2016. Ma vediamo quali sequel di film avremmo voluto vedere e quali invece hanno completamente floppato.

Tutti i sequel di film che hanno fatto discutere e quelli che invece avremmo voluto vedere

Portare avanti un’opera non è mai una passeggiata: già creare una seconda stagione per molte serie TV è l’inizio della sfida, ma per i film la situazione è ancora più intricata. Siamo molto più abituati a vedere serie TV con numerose stagioni rispetto a film con numerosi sequel, e le difficoltà di questi ultimi sono evidenti. Il cambio di regista o sceneggiatore si fa fin troppo palese nei seguiti dei film, e più di una volta perdono la magia della prima pellicola. Un concetto innovativo o un’idea di successo non sempre si abbina a chiunque la prenda in mano. Per fortuna, noi non dobbiamo effettivamente girare questi film, per cui ci siamo concessi la libertà di viaggiare con l’immaginazione. Ecco, quindi, una lista di film il cui sequel ci avrebbe fatti emozionare.

Quasi amici. L’amicizia tra Driss e Philippe è una delle più genuine e sincere che abbiamo visto svilupparsi in un film. Il senso di diversità dei due personaggi percepito al loro primo incontro, col tempo cede il passo a un rispetto e una comprensione reciproca. Philippe, un uomo di rilievo rimasto in sedia a rotelle, inizia a dubitare di sé stesso, mentre Driss, visto come poco affidabile a causa della sua etnia, combatte contro i pregiudizi. Eppure, la scena dei due che ridono mentre il giovane spinge la carrozzina è diventata un’icona. Il primo film si conclude con Driss che organizza la cena tra l’amico ed Éléonore, ma sappiamo dalla stessa pellicola che le persone da cui è tratta l’opera hanno vissuto molto dopo quella scena. Un sequel che ci racconti il loro futuro, consolidando l’amicizia instaurata, riscalderebbe il cuore dei più. Quasi Amici era un film progressista con temi pesanti affrontati in modo geniale e rispettoso. I diritti umani sono al centro dell’opera, e il senso di fratellanza per cui siamo tutti sullo stesso livello viene ribadito più volte. Vent’anni dopo, avremmo bisogno di sentirlo di nuovo.

Foto | www.hallofseries.com – Zak-Site.com

Kill Bill. Rivisitare dei cult è sempre una sfida, lo sappiamo, eppure nel mondo del cinema c’è sempre una scena da Kill Bill che continua a far rumore. La protagonista fissa negli occhi Vernita Green e le promette che, se mai volesse vendicarsi, l’aspetterà. Era una frase che Tarantino aveva lanciato, forse con qualche idea o forse no, ma i fan del regista l’hanno sempre interpretata come un indizio per un terzo capitolo della saga. Kill Bill 2 chiude praticamente ogni sottotrama, ma qualcosa sembra ancora possibile. Immagine di una bambina che vede Beatrix come l’assassina di sua madre, lo stesso ricordo che la donna aveva della Yakuza. Un suggestivo terzo capitolo con lo scontro tra Nikki Bell ormai cresciuta e Beatrix. Sarebbe il canto del cigno perfetto per la carriera di Quentin Tarantino, capace di chiudere un cerchio in puro stile tarantiniano con l’opera più esplosiva immaginabile. Una mescolanza di violenza e potenza che soddisferebbe un’attesa durata vent’anni. E, sinceramente, cambiare il titolo in un eventuale Kill Beatrix renderebbe l’attesa impossibile da gestire.

UP. UP è uno di quei film d’animazione che ha conquistato il cuore di tutto il mondo. L’opera di Pete Docter si apre con quella che molti considerano l’introduzione più bella ed emozionante di sempre per un film d’animazione, e poi sviluppa un racconto in crescendo. Un road movie, questa volta in volo dentro una casa sollevata da molti palloncini, che narra il rapporto tra personalità opposte e generazioni apparentemente troppo lontane. Carl è un uomo burbero, temprato dal dolore e dalla perdita della moglie, ma trova in Russell il figlio che non ha mai avuto e con lui intraprende l’avventura di una vita. Il film si conclude con i due in ottimi rapporti, legati l’uno all’altro in modo ancora più stretto di un legame di sangue. Non possiamo negare il desiderio di esplorare questo rapporto in un sequel. Disney+ ha dimostrato che il brand funziona ancora con la sua serie di corti su Carl e il cane Dug, ma un lungometraggio avrebbe quella carica emotiva che desideriamo rivivere. Magari con un Russell cresciuto e un Carl finalmente pronto per il suo ultimo viaggio prima di riunirsi ad Ellie.

Al contrario, esistono sequel che hanno quasi distrutto anche la reputazione del film originale e che, quindi, avremmo sperato di non dover mai vedere. Ecco quali sono.

Highlander II, il Ritorno. Se Highlander, il film del 1986 con Christopher Lambert nei panni dell’eroe scozzese membro di una stirpe di guerrieri immortali, aveva conquistato il pubblico grazie alla sua storia epica attraverso le diverse linee temporali, lo stesso non si può dire del suo seguito: Il ritorno uscì nel 1991 e vide il ritorno non solo di Lambert ma anche del suo mentore interpretato da Sean Connery. Il cast può fare poco rispetto a una trama ambientata nel 2024 e che vede i due personaggi come esponenti di una razza aliena inviata in esilio sulla Terra, in sostanza contraddicendo i fatti del primo film. “Ne resterà uno solo” forse valeva per il numero di film memorabili nella saga.

Lo Squalo 2. Il film del 1975 Lo Squalo consacrò definitivamente Steven Spielberg come uno dei registi più visionari e avanguardisti della sua generazione. La forza prorompente della sua storia, degli effetti speciali e del terrore scatenato nel pubblico non si ripeterono di certo con Lo Squalo 2, uscito nel 1978: andato via Spielberg, la regia di Jeannot Szwarc non riuscì a mantenere allo stesso livello lo standard della pellicola, nonostante il ritorno dei membri del cast originale. Ebbe anche successo al botteghino, ma la differenza col primo è abissale, anche se forse ancor peggio fecero i due capitoli successivi, Lo Squalo 3D del 1983 e Lo Squalo 4: La vendetta del 1987.

The Mask 2. Negli anni Novanta, Jim Carrey incarnava il re della commedia, e una dimostrazione eclatante arrivò nel 1994 con The Mask: la storia di un impiegato grigio che, indossata un’antica maschera, si trasforma in una creatura brillante e distruttiva conquistò grandi e piccini. Peccato che oltre dieci anni dopo la sua eredità sia stata raccolta da The Mask 2: nessuna traccia di Carrey (né di Cameron Diaz, sua affascinante spalla), sostituito da un bebè che eredita i poteri della Maschera, generando guai e avventure miste a tenerezza infantile (e effetti speciali discutibili). Francamente, tutto evitabile.

Federico Liberi

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