Da oltre un decennio Twitch è la principale piattaforma per lo streaming di contenuti online da parte degli utenti
Twitch è stato il primo sito a credere nelle possibilità dello streaming da parte degli utenti. Dal 2007, quando ancora si chiamava JustinTV, offre la possibilità di trasmettere live dal proprio computer ospitando sul sito contenuti di ogni tipo. Dal 2014 è di proprietà di Amazon, che ha investito quasi un miliardo di dollari nell’acquisto della compagnia. Grazie a un contratto di partnership gli utenti possono guadagnare dai loro contenuti, ma come funziona?
La storia di Twitch
Twitch nasce ufficialmente nel 2011, ma le sue origini risalgono al 2007. Justin Kan e Emmett Shear, due ragazzi di 23 anni, aprirono il sito Justin.tv, uno dei primi a permettere le trasmissioni live da parte degli utenti. Nonostante ai tempi la tecnologia per questo tipo di trasmissioni non fosse così ampiamente diffusa, il sito crebbe molto velocemente, in particolare attorno alla categoria gaming, che radunava persone che trasmettevano le loro partite a diversi videogiochi.
Nel 2011 nasce ufficialmente Twitch, che eredita gli utenti di Justin.tv diventando il sito di streaming per contenuti caricati direttamente dagli utenti più grande al mondo. Da quel momento l’azienda continua a crescere e nel 2014 viene comprata da Amazon per 970 milioni di dollari.
In quel momento Twitch non ha rivali. Sia YouTube che Facebook provano a farle concorrenza, ma per anni rimane la piattaforma di riferimento per ogni streamer. La pandemia porta sul sito un nuovo pubblico, ma cambia anche lo scenario dei concorrenti di Twitch. Anche se Facebook esce di scena, YouTube concentra i propri sforzi, migliorando da una parte l’interfaccia per utenti e streamer e dall’altra strappando a Twitch alcuni dei suoi content creator più famosi.
Nascono poi piattaforme alternative che accolgono gli utenti che, per ragioni di termini di servizio, non possono più trasmettere tramite Twtich. È il caso di Rumble, che si concentra soprattutto su chi ha opinioni politiche che non vengono accettate dalla moderazione di Twtitch, e Kick, che invece punta sui contenuti non accettati, come il gioco d’azzardo e la visione di contenuti protetti da copyright.
Come si guadagna con lo streaming
Come altre piattaforme simili, anche Twitch ha sviluppato nel tempo un modo di compensare i propri creatori di contenuti con programmi di partnership. In questo modo gli streamer possono guadagnare dalle loro live e farne una professione. Esistono tre modi tramite i quali Twitch compensa i suoi partner: la pubblicità, le donazioni e le sottoscrizioni degli utenti e l’abbonamento con Twitch Prime.
Ogni trasmissione di Twitch è preceduta da una pubblicità. Interruzioni pubblicitarie possono andare in onda anche durante la live e possono essere automatiche o attivate appositamente dallo streamer. Ogni persona che guarda la pubblicità permette a chi trasmette di avere un ritorno economico pagato dall’inserzionista e di cui Twitch trattiene una percentuale.
Allo stesso modo, il sito trattiene una parte delle donazioni in Bits, la moneta interna di Twitch, e delle “sub”. Queste ultime sono abbonamenti al canale dello streamer che possono dare vari vantaggi, dalla possibilità di usare alcune emote personalizzate a, alle volte, il privilegio di scrivere nella chat. Le sub costano circa 5 dollari al livello più basso e 25 a quello più alto. Twitch trattiene il 50% di questi proventi. Lo streamer può inoltre ricevere donazioni dirette, tramite sistemi di pagamento come PayPal, su cui il sito non può trattenere nulla.
Infine esiste un ultimo metodo con cui Twitch paga i suoi creatori, le sub di Twitch Prime. Se un utente ha un abbonamento a Amazon Prime, può fare una sub gratuitamente a un canale a sua scelta ogni mese. Questo abbonamento va rinnovato ogni 30 giorni. La sub vale per lo streamer 5 dollari ed è uno dei vantaggi maggiori offerti dal trasmettere su Twitch invece che su altre piattaforme.
Gli streamer però non guadagnano soltanto da questi metodi. Possono infatti avere accordi privati con aziende per pubblicizzare i propri prodotti durante le live. Anche in questo caso, come per le donazioni tramite sistemi di pagamento, Twitch non può trattenere alcuna percentuale. Un ultimo caso particolare è quello dei grandi streamer. Alcuni creatori hanno un seguito così importante da ottenere un trattamento privilegiato da parte della piattaforma.
Per riconoscere la loro importanza, Twitch può concedere loro contratti diversi da quello di partnership standard, con percentuali di trattenute diverse. Essendo scritture private, queste non rispettano le regole per i contratti offerti agli utenti comuni. Spesso in questi casi l’azienda offre un pagamento diretto in cambio di un minimo di ore da trasmettere al mese o alla settimana.